L’ attore Alessandro Siani, nel corso della prima puntata del Festival di Sanremo, chiamato per festeggiare i suoi 20 anni di carriera, ha esordito sfottendo un bambino del pubblico per il suo sovrappeso. Il piccolo, sui 10 anni, si è alzato all’arrivo dell’attore per stringergli la mano e Siani gli ha detto: “Ce la fai a entrare nella poltrona?!” Non pago, l’attore ha sottolineato nuovamente la battuta, spiegando a Carlo Conti, che rideva: “Credevo fosse una comitiva…Invece è un bambino!” Le sue parole non sono piaciute a milioni di telespettatori e non devono essere affatto piaciute neanche agli sponsor, particolarmente a quelli che esportano all’estero. Dall’America il Festival di Sanremo è molto seguito -là gli Italiani rappresentano un’alta percentuale della popolazione-. Negli Stati Uniti, o in Canada, sfottere un bambino per il suo aspetto fisico -oltretutto mettendolo in ridicolo in mondovisione- è considerato bullismo. Non goliardia. Anche perché non fa ridere e -preparata o meno che fosse- la scena è giudicata di cattivo gusto da una buona fetta di pubblico. Si tratta in ogni caso di un minore umiliato davanti a milioni di persone per il suo aspetto, da un personaggio percepito come vincente, perché di successo. Siani, avvisato subito delle polemiche, s’è poi fatto fotografare con il bambino nei camerini e ha diffuso l’immagine sui social network, per mettere a tacere le critiche. L’obesità infantile va combattuta, sia chiaro, ma il bullismo non è certo lo strumento più adatto. 

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