I media Italiani hanno recentemente parlato dell’ingiustizia subita da una giovane donna, violentata nel corso della prima infanzia dal compagno della madre -mai arrestato-. Lei aveva soltanto 7 anni –oggi ne ha 27- quando fu ripetutamente stuprata dal mostro a cui sua madre l’affidava. In ospedale, oltre alle violenze, le riscontrarono anche diverse malattie sessualmente trasmesse. Il suo aguzzino non ha fatto neanche un giorno di carcere, perché –a causa dei tempi lenti della giustizia Italiana- il reato è andato in prescrizione e la giudice della corte d’Appello di Torino è stata costretta ad assolverlo. Il pedofilo non è più perseguibile, perché sono trascorsi oltre dieci anni dai fatti di cui si è reso colpevole. Ad essere fuori tempo massimo, tuttavia, in questo caso, non è stata la denuncia, bensì il Tribunale, che ha trascinato il processo troppo a lungo. Ricordiamo che i termini della prescrizione variano a seconda del reato commesso, e, per i crimini legati alla pedofilia, il tempo limite per avere giustizia, in Italia, è fissato a dieci anni dal momento in cui è stato commesso il fatto. Davvero troppo, troppo pochi dieci anni, specie se pensiamo che la maggior parte delle piccole vittime dei pedofili a dieci anni neanche ci arriva. Innanzitutto, è noto che chi ha subito violenza durante l’infanzia razionalizza in età adulta e -secondo quanto ritengono gli Psicologi, ormai a livello internazionle- generalmente le vittime dei pedofili maturano la consapevolezza per denunciare dopo i trent’anni d’età -ma molti anche oltre i quaranta-. Per loro l’ordinamento Italiano esclude pertanto qualsiasi ricorso alla giustizia. Inoltre, questa legge non tutela proprio i più deboli, coloro che dovrebbero essere protetti. Nel caso in cui un bambino subisca violenza a sette anni d’età, o comunque prima degli otto anni, non potrà agire in giudizio da solo per denunciare il suo aguzzino, essendo minore di 18 anni. La prescrizione, se utile in altri casi per non lasciare le persone in balia del sistema giudiziario per tempi indefiniti e infiniti, in caso di pedofilia, andrebbe eliminata del tutto, come nei reati per cui è previsto l’ergastolo. I pedofili dovrebbero essere giudicati, in ogni caso, in tempi brevi, assicurando loro la certezza della pena detentiva.  Del resto, ferire una bambina o un bambino con molestie vuol dire intaccare la sua innocenza, compromettere per sempre la sua fiducia nell’altro da sé, alterare lo sviluppo della sua personalità, ledere e uccidere il suo diritto a vivere un’infanzia serena. Inutile festeggiare le varie Giornate Nazionali contro la violenza, contro la pedofilia, se poi alle celebrazioni non si affiancano i fatti a livello istituzionale e un serio impegno giurisdizionale e politico, per prevenire e contenere i crimini e per modificare la legge a favore dei minori. (M.I.)

Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino,  e fosse gettato negli abissi del mare. (Gesù di Nazaret)

 

http://www.ildiretto.com/wp-content/uploads/2017/03/child1.jpghttp://www.ildiretto.com/wp-content/uploads/2017/03/child1-150x150.jpgRedazioneDirettoPunti di vistagiurisprudenza,Italia,news,pedofilia,prescrizioneI media Italiani hanno recentemente parlato dell’ingiustizia subita da una giovane donna, violentata nel corso della prima infanzia dal compagno della madre -mai arrestato-. Lei aveva soltanto 7 anni –oggi ne ha 27- quando fu ripetutamente stuprata dal mostro a cui sua madre l’affidava. In ospedale, oltre alle violenze, le...