Denis Verdini,  banchiere e senatore (ex Forza Italia, oggi ALA), è stato condannato, in primo grado, dal  tribunale di Firenze, all’ interdizione perpetua dai pubblici uffici e a nove anni di reclusione. Sette anni per bancarotta fraudolenta del Credito Cooperativo Fiorentino, di cui era amministratore e due anni per truffa ai danni dello stato, in merito ai fondi per l’editoria. Per lui i pm avevano chiesto 11 anni. La vicenda giudiziaria legata a Credito Cooperativo Fiorentino ha inizio nel 2010, quando la Banca d’Italia contesta a Verdini un conflitto d’interessi pari a 60,5 milioni di euro per la banca che lui amministra e che cessa di esistere dopo una liquidazione coatta. Le attività sono acquisite da Chianti Banca, mentre tutti i debiti vengono sopportati dal fondo nazionale di garanzia delle Bcc (Banche di Credito Cooperativo). Nel 2012 si apre l’inchiesta giudiziaria e, nel 2015, Verdini, accusato di truffa ai danni dello Stato, viene rinviato a giudizio dal gup di Firenze e indagato anche per bancarotta fraudolenta, per il fallimento di un’impresa edile di Campi Bisenzio. L’impresa in questione aveva un debito di 4 milioni di euro con il Credito cooperativo fiorentino amministrato da Verdini. Il senatore ha collezionato una lunga serie di denunce e processi -la maggioranza dei quali con l’accusa di truffa e corruzione.- Verdini, noto per l’alleanza in Parlamento con l’ex Premier Matteo Renzi (per la Riforma Costituzionale 2016, che fu poi bocciata dal popolo Italiano), era stato anche condannato in primo grado per violenza sessuale ai danni di una donna nel 2001 e successivamente assolto con formula piena in appello. Era stato indagato nel 2014, dalla procura di Firenze, anche per bancarotta fraudolenta in merito al fallimento della Società Toscana Edizioni, debitoria nei confronti del Credito Fiorentino. Verdini e il senatore Parisi di Forza Italia, sono stati entrambi accusati di appropriazione indebita di 1,3 milioni di euro e possedevano ben il 40% della Società Toscana Edizioni, con un capitale di 62.000 euro. 20 milioni di euro di contributi pubblici  sono stati concessi a Il Giornale della Toscana. Per i fondi illeciti all’editoria, Verdini è stato condannato, proprio oggi, a due anni per “truffa ai danni dello Stato.” La sua avvocata dichiara alla stampa nazionale che intendono ricorrere in appello. La sentenza di condanna che vede protagonista Denis Verdini arriva dopo l’arresto, avvenuto ieri, di Alfredo Romeo -noto imprenditore, che ha costruito un vero e proprio impero multimilionario, grazie agli appalti pubblici, alle commesse gestite dalla Consip, Concessionaria servizi informativi pubblici-. Indagato anche Tiziano Renzi, padre di Matteo, ex presidente del consiglio, con l’accusa di avere commesso illeciti, esercitando la propria influenza per facilitare Romeo. Le accuse per corruzione sembrano coinvolgere trasversalmente diversi schieramenti politici Italiani.  (M.I.)

 

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