I militari del Comando Provinciale di Pesaro e i tecnici del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali stanno conducendo da quasi due anni un’indagine denominata “Vertical Bio”, avviata dalla locale Procura della Repubblica. Diverse aziende affiliate a criminali procuravano una falsa certificazione dei prodotti agricoli, facendoli figurare come biologici anche quando tali non erano affatto. Sono stati pertanto denunciati gli amministratori di società importatrici di merce o nella veste di responsabili di organismi di controllo preposti alle certificazioni dei prodotti derivanti da agricoltura biologica, che, a partire dall’anno 2010, hanno immesso nel circuito del mercato biologico Italiano ingenti quantitativi di granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all’alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino), provenienti sia da Paesi extra U.E. (Moldavia, Ucraina e Kazakhstan) che U.E. (Romania). Le indagini sino ad oggi eseguite, hanno consentito – nel tempo – di procedere al sequestro di oltre 2.200 tonnellate di granaglie, falsamente certificate biologiche, per un valore complessivo pari a circa 3 milioni di euro e permesso di denunciare 35 persone, coinvolte nel traffico illecito di prodotti agricoli, iscritte nel registro degli indagati dall’Autorità Giudiziaria competente. Gli indagati risiedono in varie città d’Italia, tra le quali Verona, Ravenna, Forlì, Bologna ed hanno tra i 29 e i 61 anni.

Risultano ora nuovi otto indagati, affiliati all’associazione per delinquere transnazionale, che ha prodotto falsa certificazione dei prodotti agricoli convenzionali come biologici. Alla luce delle ulteriori risultanze investigative emerse, il G.I.P. del Tribunale di Pesaro, Dr. Raffaele Cormio, ha emesso nei confronti di otto responsabili, il provvedimento di sequestro preventivo per “equivalente”, di beni mobili ed immobili, (terreni, edifici, conti correnti ed autovetture) fino all’ammontare complessivo di oltre 26 milioni di euro, corrispondenti all’illecito profitto incassato dall’associazione per delinquere. In particolare, i sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza di Pesaro e dai funzionari dal Nucleo Investigativo dell’Ispettorato Repressione Frodi di Roma, con la collaborazione dei Reparti della Guardia di Finanza di Bologna, Ravenna, Forlì, Verona e Biella, hanno riguardato n. 9 fabbricati di civile abitazione e circa 310 ettari di terreni agricoli, stimati per un valore di circa 4 milioni di euro, n. 13 autoveicoli di grossa cilindrata nonché ingenti somme di denaro, depositate in conti correnti, in corso di quantificazione.

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