Le multe a Marino: specchietti per le allodole. I temi seri da affrontare nella capitale: legalità, mobilità, sicurezza, barriere architettoniche. I racket di cui nessuno parla: spaccio e parcheggiatori abusivi.

 

Ora al centro del circo mediatico c’è Ignazio Marino, che con la sua macchinetta non ha pagato una serie di multe. Ne parlano e straparlano influenti giornali, programmi TV e social networks. Il nostro, lo ricordiamo, è un portale d’informazione non politicizzato e trasparente. Non abbiamo preso mai soldi da nessun partito, da nessuna lobby e non abbiamo mai ricevuto fondi pubblici. Ci interessa soltanto analizzare i fatti e informare. La verità sta tutta in una domanda. Quando mai, nella storia, il Primo Cittadino di Roma ha pagato una multa? Il sindaco della Capitale ha diritto a circolare liberamente nelle zone Ztl, secondo la delibera 183 del 1996, con tre permessi al massimo. Gianni Alemanno ne utilizzava due: uno per la sua auto e l’altro per quella della moglie, come consentito dalle leggi in vigore. Ignazio Marino ha chiesto e ottenuto un pass, che vale un anno. A causa di una dimenticanza, non è stata inoltrata domanda di rinnovo per il suddetto permesso, alla scadenza. Sono pertanto spuntate le multe. Marino non le ha pagate perché non gli sono state mai notificate a casa. Chiaro che il Sindaco di Roma, per ragioni legate al suo stesso lavoro, deve girare agevolmente per il centro storico. Addirittura il suo stesso partito, il Pd, ha commissionato un sondaggio per verificare se Marino è gradito o meno ai cittadini. Il Prefetto ha annullato le trascrizioni delle unioni gay effettuate dal Sindaco, per motivi di “ordine pubblico”, ma davvero ritiene che siano gli omosessuali a creare problemi di ordine pubblico, a Roma? Occorre vederci chiaro, monitorare il lavoro delle istituzioni su temi seri e cari alla popolazione: legalità, mobilità, sicurezza. Spacciatori, parcheggiatori abusivi, traffico, allagamento delle strade in inverno per ostruzioni nei tombini, opere incompiute e scarso rispetto per i diritti dei più deboli sono i veri problemi di Roma, che finora mai nessun sindaco è riuscito a risolvere del tutto, perché la capitale è difficile da gestire. Ci sono commistioni di poteri antichi, impossibile pretendere che sia un uomo solo a sconfiggerli, se noi cittadini non impariamo a far valere costantemente i nostri diritti nel rispetto delle regole. Teniamo gli occhi puntati su Marino per spingerlo a continuare sul percorso che ha iniziato tentando di riconoscere i diritti civili e, se l’autorità preposta stabilirà che il Sindaco deve pagare le multe, che metta a tacere i suoi detrattori e le paghi, come tutti, così l’attenzione pubblica potrà finalmente concentrarsi sui reali problemi del Paese. Un Paese che, come abbiamo visto, riempie sempre più spesso le piazze per protesta, esasperato dalla disoccupazione e da una qualità della vita che appare inadeguata rispetto alle tasse, alle imposte versate o agli investimenti effettuati per l’istruzione Universitaria. Vediamo nel dettaglio alcuni temi che interessano la capitale.

Le telecamere servono davvero contro il racket dello spaccio?

Il Sindaco di Roma ha fatto installare nuove telecamere ad alta tecnologia a San Lorenzo e al Pigneto, ma tutti sanno che le due zone sono dominio di spacciatori e parcheggiatori abusivi. Il problema è a monte: occorre instaurare un clima di legalità. Il governo deve fare il possibile per permettere l’ingresso e la permanenza in Italia esclusivamente a chi ha i documenti validi e le carte in regola per restarci, come accade in qualsiasi altro Paese. Inutile spendere i soldi dei contribuenti per installare nuove e costose telecamere ad alta tecnologia contro lo spaccio, sapendo già in anticipo che eventuali criminali, se senza fissa dimora e sprovvisti di documenti, resteranno impuniti. Lo spaccio, inoltre, non è più soltanto nelle periferie. A Ponte Sisto, Trastevere, in pieno centro, bande di spacciatori si sono affrontate in vere e proprie risse che sono balzate più volte agli onori della cronaca. Ben vengano nuove forze e contaminazioni da culture differenti, purché servano ad arricchirci. Sono bene accolti dai romani il ristorante africano, il musicista che suona il djembe, il medico e l’ingegnere, l’immigrato legale o il rifugiato politico avente diritto di asilo. Persone in grado di aggiungere ricchezza alle risorse economiche e/o culturali del paese. Quello che i cittadini non vogliono è la criminalità che tante, troppe vittime, sta mietendo in Italia. Altrimenti a nulla valgono le iniziative dei vari sindaci -per quanto buone possano essere le intenzioni- e le telecamere, a questo punto, sarebbe bene regalarle alle scuole, nelle periferie, alle ragazze e ai ragazzi che non possono permettersi di comprarle. Addossare a Marino la resposabilità di crimini e atti illeciti che imperversano da sempre nella città di Roma, è un’operazione politica dagli intenti neanche troppo nascosti. Il suo partito butta il Sindaco letteralmente in mezzo alle folle inferocite, come fosse un Benjamin Malaussene de noantri, un capro espiatorio chiamato per raccogliere su di sè tutta la rabbia sociale, generata da decenni di malgoverno e da una scarsa capacità di affrontare il tema dell’immigrazione a livello nazionale ed Europeo.

Il racket dei parcheggiatori abusivi

Una persona che entra nel nostro Paese illegalmente, senza documenti, finisce per essere facile preda della criminalità organizzata, Italiana o straniera, che la utilizza per attività illecite: prostituzione, spaccio, lavavetri, vendite ambulanti, parcheggiatori abusivi. Per indebolire il racket dei parcheggiatori abusivi nella capitale basterebbe un rastrellamento a tappeto nelle zone interessate e da tutti conosciute: il Verano, Trastevere, il centro storico, il Lungotevere. Eppure nessun sindaco, finora, è riuscito ad arginare il fenomeno, caso unico nell’Europa civilizzata. Provate a cercare un parcheggiatore abusivo a Londra o a Parigi o in qualsiasi altra città Europea che non sia Italiana… Chiedetevi perché si trovano soltanto a Roma. “Qua chi sta ar potere se pia le mazzette da li parcheggiatori” dice Gigione, un vecchio romano di passaggio, che racconta di avere pagato tante multe. Noi non abbiamo nessuna prova che Gigione dica la verità, ma ci limitiamo ad osservare i fatti. Su via de Lollis, stasera, c’è una volante dei vigili che ferma le autovetture. Patente, assicurazione e libretto. I cittadini vengono controllati e se tutto è a posto si passa a verificare che nel portabagagli ci sia il triangolo, come prescritto. Se qualcosa non è a norma scattano le multe. Nel frattempo, a pochi passi, a Piazzale del Verano, i parcheggiatori abusivi, come se nulla fosse, continuano a chiedere soldi a gente che li paga, temendo di trovare altrimenti danni sull’automobile, al proprio ritorno dalla pizzeria o dal locale. Una vigilessa ci assicura che lei e i suoi colleghi non prendono nessuna mazzetta ma ritengono piuttosto inutile perdere tempo a fermare persone che si dichiareranno nullatenenti, senza fissa dimora e senza documenti. 

I cantieri perenni e i disagi sui mezzi pubblici per abili e meno abili

Vogliamo parlare anche dei cantieri a cielo aperto disseminati costantemente per la città, vuoi per opere infinite di restauro, vuoi per la metro C? E i ritardi dei mezzi Atac, che a Roma non hanno neanche un orario di partenza definito dal capolinea, “perché c’è traffico”? Per quanto riguarda l’affollamento sui mezzi pubblici, basterebbe far fare il biglietto al guidatore, come avviene in America, in Inghilterra e in tanti altri paesi dove non si tollerano i free riders (gli scrocconi che non pagano né tessere né biglietti.) Inoltre gli autobus, oltre ad essere sovraffollati, non hanno le pedane per fare salire le sedie a rotelle, al contrario di quanto accade nelle altre capitali europee e spesso, in diverse stazioni della metropolitana di Roma, non funzionano gli ascensori, né le macchinette che dovrebbero consentire alle carrozzine di scendere e salire le scale. Per quanto riguarda poi i non vedenti, spesso nei vagoni della metropolitana manca lo speaker che dovrebbe consentire loro di capire a quale fermata scendere, senza contare la presenza di numerosi borseggiatori, dai quali avrebbero difficoltà a difendersi. Risultato? I disabili non utilizzano quasi mai i mezzi pubblici. A Valencia è comunissimo vedere persone in carrozzina che girano da sole sugli autobus, grazie alle pedane mobili, eppure non possiamo dire che la Spagna sia più ricca di noi! A Roma è già tanto se i diversamente abili riescono a trovare un parcheggio loro riservato non occupato dagli “abili”. (M.I.)

AGGIORNAMENTI: Il Sindaco Marino ha pagato le multe.

 

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