L’Isis ha colpito Bruxelles a pochi giorni dall’arresto che aveva fatto esultare l’Europa, quello del terrorista Abdeslam Salah, ritenuto tra le menti dell’attacco al Bataclan di Parigi del 13 Novembre 2015.

Metro di Bruxelles

Gli attentati, rivendicati dall’Isis,  sono stati compiuti all’aeroporto di Zevanten e poi alla stazione della metropolitana di Maalbeck, a pochi metri dalle maggiori sedi istituzionali dell’UE. L’obiettivo del califfato è dunque chiaro: colpire il centro nevralgico dell’Europa, per mostrare al mondo la propria ferocia e alimentare la strategia della tensione. Oltre trenta i morti e duecento i feriti negli attacchi. Fuori pericolo tre Italiani residenti a Bruxelles, rimasti lievemente feriti e già dimessi dall’ospedale. Al momento, non è dato di sapere se altri nostri connazionali sono tra i morti e i feriti. Per precauzione, sono state evacuate le Università della capitale belga, ma le autorità hanno assicurato che le scuole riapriranno già domani. Chiusa la centrale nucleare di Liegi, per evitare una strage. Rafforzata la sicurezza negli obiettivi sensibili di tutta Europa. Alitalia ha cancellato i voli diretti in Belgio. Le registrazioni video, antecedenti di pochi minuti le stragi di Bruxelles, hanno individuato tre uomini come i possibili attentatori.

Bruxelles: probabili attentatori all'aeroporto

Due tra i sospetti indossano un guanto nero a una sola mano, quella con la quale avrebbero comandato le operazioni dell’orrore. L’uomo al centro è stato identificato come Ibrahim El Bakraoui, di nazionalità belga, 30 anni. Mentre lui si faceva esplodere in aeroporto, suo fratello Khalid, 27, ha fatto saltare in aria la metropolitana. Entrambi gli El Bakraoui avevano precedenti penali ed erano ricercati per legami con cellule terroristiche. Nei confronti di Khalid pare esistesse un mandato di cattura internazionale. Eppure, era libero di girare per la capitale belga. L’uomo con il cappellino sarebbe ancora vivo ed è attualmente ricercato. L’Isis ha già minacciato l’Europa di nuovi attacchi. Il ministro Alfano, in conferenza stampa, ha assicurato che la difesa Italiana manterrà un alto livello d’allerta.  “Non è tempo di sciacalli ma neanche di colombe” ha affermato il presidente del consiglio, Matteo Renzi, lasciando chiaramente intendere di voler mantenere un equilibrio super partes nel Paese, dove si fa più fitto il dibattito tra interventisti e pacifisti. Finora, l’Italia non è stata in prima fila nella lotta armata al terrorismo internazionale ed è probabilmente per tale ragione che non abbiamo subito attacchi tragici come quelli che hanno recentemente sconvolto Francia, Tunisia, Egitto, Turchia, Belgio. Tuttavia, restiamo tra gli obiettivi sensibili e anche -sebbene nessuno si azzardi a dirlo- tra i più facili d’Europa, per ragioni geografiche. L’Italia è tra le nazioni europee più vicine all’Africa, è una penisola circondata dal mare ed è proprio da noi e dalla vicina Grecia, già in ginocchio per un’economia interna in crisi, che approdano ogni giorno migliaia di migranti irregolari, spesso senza nome e fuori controllo. I media parlano di allerta 2 ma la realtà -e chi vive a Roma, la capitale, ne è ben cosciente- è che per le nostre strade è facile girare senza documenti, anche se la sicurezza nelle metropolitane della capitale è stata potenziata con i militari, il che rappresenta certamente un dato positivo. D’altro canto, è bene anche sottolineare che diversi attentatori erano cittadini Europei ed hanno colpito proprio il Paese dov’erano nati e cresciuti. Appare chiaro che i terroristi non hanno colpito l’Italia, finora, perché non hanno voluto, dato che i tragici attentati non hanno risparmiato Belgio e Francia -Paesi con un livello di sicurezza certamente più elevato del nostro-. Ora i media diffondono la notizia che gli attentati di Bruxelles sono stati pianificati due mesi fa, a Raqqa, in Siria. Se la notizia sarà confermata, si apriranno nuovi scenari, con interrogativi non indifferenti. Sarebbe bene chiedersi, se davvero i servizi segreti erano a conoscenza degli attentati che l’Isis era in procinto di attuare, come mai non siano stati in grado di fermarli.

(M.I.)

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