Il 16 Marzo 2015 inizia il processo a Erri De Luca per istigazione a delinquere. A costituirsi contro di lui non è, come molti credono, lo Stato Italiano, bensì una ditta privata francese, incaricata di costruire la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. La LTF (Lyon Turin Ferroviaire) nel 2013 indirizza direttamente ai pubblici ministeri Padalino e Rinaudo una denuncia contro lo scrittore. Si accusa Erri De Luca d’aver dichiarato in un’intervista che “La Tav va sabotata”. Nell’ opera “La parola contraria”, De Luca spiega chiaramente le ragioni della sua scelta: “La Val di Susa riceve dosi quotidiane di polveri d’amianto, sputate fuori dallo scavo…Quelli che le ricevono concentrate, addosso, per primi, sono gli operai che lavorano al cantiere e le unità in divisa impegnate a presidio” e ancora: “Ecco che quelle montagne da perforare sono anche giacimenti di pechblenda. Si tratta d’un materiale radioattivo, più concentrato dell’uranio impoverito, responsabile dei tumori dei nostri militari nei Balcani”. Nel suo libro, Erri de Luca, rivendica il “diritto al malaugurio”. Dice, testualmente: “Che la Tav possa essere sabotata, che possa non sbucare dall’altra e da nessuna parte… Che possa essere definita disastro ambientale e i suoi responsabili perseguiti per questo.” Facciamo ora un raffronto con il Papa. Il pontefice Francesco ha detto che bisogna essere cauti con le parole, perché se qualcuno offende sua mamma lui gli dà un pugno. Noi romani, del resto, il cazzotto -da sempre- lo chiamiamo papagno. La sua dichiarazione è stata interpretata -da più parti- come un monito nei confronti di chi fa satira o esprime un’opinione contraria alla propria. Tuttavia, le dichiarazioni di un Papa non dovrebbero essere strumentalizzate a piacimento o convenienza. Se il Capo della Chiesa Cattolica è pronto a fare a scazzottate con chi offende sua madre, cosa farebbe contro chi la butta fuori dalla casa in cui ha sempre vissuto e che -quando lei manifesta e resiste- la prende a manganellate? Come la difenderebbe e fino a che punto? Non capite il nesso? Stiamo ancora parlando della Val di Susa, di gente che ha perso tutto ciò che aveva, di donne che -spesso- sono state buttate a terra davanti ai propri figli, mentre cercavano di proteggere le loro proprietà e le loro montagne…Anche se sarebbe meglio dire le nostre montagne. Nessun Italiano dovrebbe sentirsi troppo distante dalla Val Di Susa e ognuno può provare a mettere i piedi fuori dal suo piccolo mondo, almeno per una volta, per capire che l’Io e l’ambiente sono legati, non sono due entità distinte. Non stiamo dicendo di prendere a pugni qualcuno. Nessuno, tuttavia, si sognerebbe di processare il Papa, amato dal mondo intero, qualora un fedele, con un pugno, ferisse qualcuno. Se i cattolici non si sentono istigati alla violenza dalle parole di quello che considerano Dio in terra, perché gli attivisti No Tav dovrebbero sentirsi istigati a commettere reati dalle parole di De Luca, un poeta? Il Tribunale di Torino ha disposto per gli attivisti del Movimento ben 47 condanne, per un totale di circa 140 anni di carcere. Gli imputati sono accusati di lesioni, danneggiamento, violenza a pubblico ufficiale. Erri De Luca rischia da 1 a 5 anni di carcere, lo ripetiamo, soltanto per aver detto che “la Tav va sabotata”, in quanto “danneggia l’aria, l’acqua e la terra”. Sappiamo che alcuni di voi sono a favore dei treni ad alta velocità, altri invece sono contrari alla costruzione di quella linea ferroviaria che ha squarciato montagne e distrutto una vallata. Su quell’opera ognuno ha le sue opinioni e -senza voler più entrare nel merito della questione, in questo momento, anche se è ben chiaro come la pensiamo- noi stiamo con Erri De Luca, per la libertà d’espressione e il rispetto dell’ articolo 21 della Costituzione Italiana. (M.I.)

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