Di Ostia e dei suoi stabilimenti balneari, che ostruiscono la vista del mare, s’è già parlato, anche in sedi istituzionali. Ci mettiamo dunque in viaggio verso la bandiera blu della provincia romana –Anzio Levante– e gli orrori edilizi si susseguono numerosi. Colpiscono lo sguardo come un pugno.  A Torvaianica, Ladispoli e Tor San Lorenzo Lido, Ardea -tanto per citare alcune delle classiche mete estive dei romani- una serie di abitazioni, condonate e non, invadono le spiagge con il loro cemento e scarichi abusivi in mare. Vere e proprie fogne a cielo aperto vanno ad aggiungersi ai tanti impianti “a norma”, frutto di una speculazione edilizia senza freni. Ad Ardea, nel corso dell’estate, sono scattati allarmi inquinamento in mare, dopo che le analisi effettuate dall’Arpa hanno evidenziato la presenza di enterococchi intestinali, in numero assai superiore al limite massimo consentito. Si tratta di batteri delle feci, il cui valore limite è 200 unità formanti colonie ogni 100 ml. Ad Ardea ne sono stati trovati oltre 300 ogni 100 ml, nei pressi di Rio Torto. Il Comune ha pertanto sconsigliato la balneazione, finchè i valori dei batteri rilevati in mare non sono rientrati nei limiti. A Ladispoli, le forze dell’ordine hanno posto sigilli ad alcuni campeggi, per violazioni riguardanti impianti elettrici, servizi igienico sanitari e fognature. La grave inefficienza depurativa, in realtà, non riguarda il Lazio più di altre regioni, anche se in provincia di Roma si è costruito più che altrove, riducendo a pochi metri spiagge che un tempo si estendevano per chilometri. Legambiente, con il suo bilancio di Goletta Verde 2015, parla chiaro:  il 45% dei mari analizzati in tutta Italia è risultato avere cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa vigente. Si stima che le sanzioni UE -per gli impianti di depurazione non a norma nel nostro Paese- siano pari a oltre 450 milioni di euro l’anno dal 2016 e fino al completamento delle opere, in diverse regioni. Secondo diverse fonti, le organizzazioni criminali mafia,‘ndrangheta e camorra, avrebbero messo le mani sul mercato dei fondi destinati ai depuratori delle acque nel centro e Sud Italia. Ma torniamo al nostro viaggio Lazio coast to coast.
Provincia romana coast to coast: tra oasi naturali, inquinamento marino e abusivismo. 
Arriviamo al meraviglioso Parco della Gallinara e a Lido dei Pini, frazione diAnzio: un patrimonio naturalistico davvero da preservare. Alberi secolari s’infittiscono, ad ossigenare l’aria, eppure anche qui s’è costruito: oltre a un complesso turistico e agli stabilimenti, una serie di villette residenziali. L’ingresso alla spiaggia libera, in Agosto, è quasi ostruito da abbondanti sacchi d’immondizia, abbandonati nel verde. Centinaia di pini sono stati recentemente abbattuti, invece d’essere curati, per un attacco dei parassiti. A denunciare lo scempio sono Legambiente, i singoli abitanti, e i comitati locali dei cittadini di Anzio. Andiamo avanti, per la frazione di Lavinio e, superando una serie di abitazioni, in disarmonia architettonica tra loro e con l’ambiente circostante, incontriamo finalmente la Riserva Naturale Regionale di Tor Caldara, area protetta dal 1988 e sito d’interesse comunitario. Anche qui la mano dei costruttori sembra essersi spinta troppo oltre.  (M.I.)

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