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Se n’è andato oggi, a 90 anni, il Maestro e Nobel Dario Fo, che ho avuto il privilegio di conoscere quando, appena ventenne, seguii un corso con lui e la splendida Franca Rame -scomparsa nel 2013-. Erano sempre insieme, il Giullare e la Stella, uniti nella vita come nell’arte, in un sogno durato settant’anni, durante i quali hanno recitato, amato e scritto la storia del teatro contemporaneo. Hanno dovuto affrontare, talvolta, la censura in Italia, ma anche il successo e la stima del mondo intero. Mi piace pensare che oggi Dario sia tornato, felice, dalla sua Franca.  (M.I)

Riporto di seguito, integralmente, l’annuncio dato sulla sua pagina ufficiale:

Il Maestro Dario Fo si è spento oggi 13 ottobre 2016 presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, dove era ricoverato da qualche giorno, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il nostro Paese e il mondo intero perdono oggi un artista che, attraverso la sua intera opera, ha lavorato affinché le classi sociali che da secoli erano state costrette nell’ignoranza, prendessero coscienza del fatto che è il popolo a essere depositario delle radici della propria cultura. Per questo suo impegno, nel 1997 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura, “perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Insieme all’adorata compagna Franca Rame, ebbe il coraggio di allontanarsi dai circuiti teatrali ufficiali, che lui amava definire “teatro borghese”, per portare i loro spettacoli in luoghi non convenzionali, come fabbriche occupate, piazze, case del popolo e carceri. Quando si appassionava a una storia e a un personaggio, per prima cosa conduceva un’inchiesta approfondita, per imparare lui stesso in modo da poter trasmettere agli altri. Dario Fo non ha mai avuto bisogno dell’etichetta d’ “intellettuale”, perché l’idea di cultura per la quale si è battuto non è né accademica né elitaria. I suoi lavori nascono dalla cultura popolare, per essere restituiti al popolo. Il suo modo di concepire la narrazione non era mai limitato, ma si allargava a tutte le forme artistiche, cui amava attingere. Nel momento in cui scriveva una storia, all’istante la vedeva. Vedeva i personaggi, i volti, le scene, e li raffigurava sulla tela, per poi portarli sul palco, trascinando il suo pubblico in una straordinaria scatola magica. Tutta la Compagnia Teatrale e la famiglia ringraziano per l’affetto ricevuto in queste ore. Sarà possibile salutare il Maestro Dario Fo da domani, venerdì 14 ottobre, dalle ore 9.30 fino alle ore 24.00 e sabato 15 ottobre dalle ore 8.30 fino alle ore 11.00 presso la camera ardente che sarà allestita al Piccolo Teatro Strehler in via Marco Greppi 1. Alle ore 11.00 di sabato 15 ottobre 2016, il feretro sarà accompagnato dalla camera ardente in Piazza Duomo, a Milano, per l’ultimo saluto, alle ore 12.00.

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