Elezioni politiche 2018: donne ne abbiamo?
Domenica 4 Marzo si voterà per il rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Le elezioni politiche Italiane 2018, anticipate, sono la conseguenza dello scioglimento delle Camere, avvenuto per decreto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 28 Dicembre 2017 -la fine della legislatura era invece prevista per il 15 Marzo 2018-. Si voterà per l’elezione dei 630 deputati e dei 315 senatori elettivi della XVIII legislatura. Il voto sarà regolamentato dalla legge elettorale Italiana del 2017, e si svolgeranno anche le elezioni regionali nel Lazio e nella Lombardia. I contrassegni elettorali definitivamente ammessi alle elezioni nazionali sono stati 84. Ci limiteremo a schematizzare lo scenario che, presumiamo, ci troveremo davanti: una coalizione detta di “centro sinistra”, con a capo Matteo Renzi, del PD, che si era dimesso in seguito al referendum costituzionale ed ora si ricandida -a sostenerlo, vari partiti e liste -; una coalizione di “centro destra”, con a capo presumibilmente Antonio Tajani, di Forza Italia, ma il nome di colui/colei che diverrebbe presidente del consiglio, in caso questa coalizione raggiungesse la maggioranza, non è ancora certo, ad oggi -anche la lista di centro destra ha partiti eterogenei al suo interno-; il Movimento 5 stelle si presenta da solo, nessuna coalizione, con a capo Luigi Di Maio, come candidato premier in caso di vittoria. Si presentano anche altri partiti minori, i quali cercheranno di raccogliere voti degli elettori di destra e di sinistra. Se vogliamo esprimere un voto cosciente, facciamo attenzione e controlliamo in quale coalizione s’ inserisce o meno il partito sul quale abbiamo deciso di apporre una croce per essere rappresentati/e in Parlamento. Non entriamo nel merito delle scelte elettorali, ma ci limitiamo, infine, ad osservare un semplice dato empirico: a capo di nessuna tra le principali coalizioni, per il momento, possiamo vedere una donna candidata come eventuale presidente del consiglio. Un caso, oppure l’ indice del grado di sviluppo del nostro Paese? (M.I.)
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