Il tribunale di Grosseto ha condannato Francesco Schettino a 16 anni e un mese di arresto per il naufragio della Costa Concordia, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione dal ruolo di Comandante per cinque anni. Tuttavia non andrà in carcere, perché è stato stabilito che non c’è pericolo di fuga. La procura aveva chiesto per lui 26 anni. Il tribunale ha reputato colpevole Schettino di tutti i reati a lui imputati: abbandono della nave (1 anno); naufragio colposo (5 anni); omicidio plurimo colposo e lesioni colpose per i 32 morti e i 157 feriti del disastro (10 anni); informazioni errate alla capitaneria di porto (1 mese). L’etica vorrebbe il Capitano della nave “affondare” con essa. Dovrebbe porre in essere tutte le azioni necessarie affinché non resti a bordo neanche una vittima, prima di porre in salvo se stesso, in caso d’incidente. Soltanto dopo aver salvato tutti i passeggeri, di regola, un Capitano che ha piena responsabilità della nave e delle persone a bordo, può abbandonarla. Schettino è stato, invece, uno dei primi a salvarsi dal naufragio che aveva causato. 

 

 

 

 

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