Erri De Luca è stato assolto, dal Tribunale di Torino, in base all’articolo 530 CPP (codice di procedura penale), perché “il fatto non sussiste”. La Giustizia Italiana ha riconosciuto che lo scrittore non ha commesso alcun reato. Era stato accusato d’istigazione a delinquere dalla ditta Francese LTF (Lyon Turin Ferroviaire) nel 2013, per aver detto che “la linea ferroviaria dei TAV in Val di Susa va sabotata, perché danneggia l’aria, l’acqua e la terra” . Non ha mai ritrattato la sua opinione sui TAV (treni ad alta velocità), anzi l’ha ulteriormente motivata nel suo scritto La parola contraria”, ribadendola durante tutte le fasi processuali. Per comprendere l’amore che Erri De Luca nutre verso l’ambiente -e in particolare le montagne- basta leggere i suoi romanzi e racconti. Uno su tutti “Il pilastro del Rozes”, contenuto nella raccolta “Il contrario di uno”. Il racconto non è soltanto la cronaca di una scalata sulla roccia semi piatta. È la narrazione di un’intesa umana, di due vite che s’intrecciano e sostengono su un’unica corda, nel rispetto immenso della montagna, essere mistico e leggendario. Sulla roccia, Erri De Luca s’arrampica quasi nascosto. Non attacca chiodi, per non essere visto e non arrecare disturbo al grande organismo vivo, che lo ospita ed è per lui, al contempo, meta da raggiungere, sfidando ogni soglia attraversata di coraggio. Come pretendere che lo scrittore assista ora alla distruzione delle montagne della Val Di Susa, senza opporsi utilizzando il mezzo della parola? Riportiamo di seguito la parte finale del discorso che Erri De Luca ha pronunciato di fronte ai giudici del Tribunale di Torino, prima della sua sentenza d’assoluzione: Se quello che ho detto è reato, ho continuato a dirlo e continuerò a ripeterlo! Sono incriminato per avere usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico. Nobile perché pronunciato e praticato da valorose figure come Gandhi e Mandela, con enormi risultati politici. Democratico perché appartiene fin dalle origini al movimento operaio e alle sue lotte. Per esempio, uno sciopero sabota la produzione. Difendo l’uso legittimo del verbo sabotare nel suo significato più efficace e ampio. Sono disposto a subire condanna penale per il suo impiego ma non a farmi censurare o ridurre la lingua Italiana. -A questo servivano le cesoie…A cosa? A sabotare un’opera colossale quanto nociva, con delle cesoie.- Non risultano altri insidiosi articoli di ferramenta agli atti della mia conversazione telefonica. S’incrimina il sostegno verbale a un’azione simbolica! Concludo confermando che la linea di sedicente alta velocità in Val Di Susa va ostacolata, impedita, intralciata, dunque sabotata per la legittima difesa della salute, dell’aria, del suolo, dell’acqua e di una comunità minacciata. La mia parola contraria sussiste e aspetto di sapere se costituisce reato! L’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana è chiaro, l’opinione non costituisce reato. Erri è stato assolto. Un giorno, chi ha distrutto la vallata, potrà essere indagato e processato per disastro ambientale? (Miriam Iantaffi)

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