Di Claudio Fois

Recentemente, l’opinione pubblica si è trovata di fronte ad un caso che, di certo, ha provocato l’orgasmo a più di un sociologo. Lo stragista Anders Behring Breivik, neonazista, assassino di settantasette persone totalmente incolpevoli, ha vinto una causa contro lo Stato Norvegese per violazione dei suoi diritti umani. La notizia più eclatante è stata che quest’ essere, obiettivamente immondo, viveva la sua detenzione in un trilocale con libri, computer, playstation e tv. Certo, se il televisore era fissato su “Uomini e donne” la cosa un po’ cambia, ma non risulta.

breivik

Immancabilmente è scattata l’indignazione, con le “contromosse” virtuali della brava gente, che in un attimo si è trasformata in Mengele, ma naturalmente per senso di “giustizia”. Sì, perché esiste una moltitudine di Italiani che non sono terroristi, ma per come la pensano mettono paura allo stesso modo degli sgherri dell’Isis, soltanto col vantaggio di essere a “chilometro zero”. Questi bravi cittadini, persone perbene, buoni e cari signora mia ma quando ci vuole ci vuole, ad un certo punto, con estrema leggerezza ed ancor più estrema rabbia, di fronte ad un reato, sono capaci di snocciolare un repertorio di sanzioni il cui limite è solo la fantasia. Si va dalle mutilazioni in caso di furto (se poi il reo è un rom, magari non c’è bisogno neanche della flagranza), alle torture –agevolate, tra l’altro, dal fatto che in Italia ancora non c’è una legge che le vieti,- ai contrappassi più o meno attinenti al delitto commesso, ai plagi di antiche pratiche medievali, fino ad arrivare alla permanenza coatta in ascensore bloccato con Adinofi e Giovanardi. Il tutto chiaramente in nome dell’ “equità”. Cosa si può fare per farla pagare realmente ad uno come Breivik? Ammazzarlo settantasette volte non si può. Darlo in pasto ai cani ha il doppio svantaggio di escludere tante altre belle idee, ma soprattutto l’atroce conseguenza di scatenare i pipponi degli animalisti. Torture? Certo, ma con quali modalità per placare davvero la sete di vendetta dei “buoni”? Inoltre, tutto ciò sarebbe davvero un efficace deterrente contro il prossimo squilibrato che voglia fare una strage inneggiando ad Hitler o a un qualsiasi dio? Tanto varrebbe tentare di dissuaderlo dicendogli che il fumo del mitra può causare l’enfisema. L’unica soluzione è andare dalla parte opposta: garantire i diritti umani in modo così estremo che anche uno come Breivik ne può beneficiare. Esattamente come ha fatto la Norvegia. L’altra strada, quella del taglio delle mani, la fanno regimi che poi le mani non le tagliano solo a chi ruba ma anche a chi non prega o si veste nel modo giusto. O come succede nel regno del caro Putin, dove i guai li passa chi di giusto non ha l’orientamento sessuale o non scrive sui giornali “come si deve”. Se poi certi giornalisti sono pure un po’ allergici al polonio, il problema è il loro. In conclusione, è il caso che la gente perbene, se ne faccia una ragione del fatto che la civiltà funziona così: garantisce tutti, ma proprio tutti. Ci sono voluti millenni per arrivarci. La Storia insegna che l’alternativa ad una Società in cui uno come Breivik non ha diritti umani è una Società in cui i diritti umani non ce l’ha nessuno.

 

https://usercontent.one/wp/www.ildiretto.com/wp-content/uploads/2016/05/breivik.jpghttps://usercontent.one/wp/www.ildiretto.com/wp-content/uploads/2016/05/breivik-150x150.jpgRedazioneDirettoPunti di vistaBreivik,Norvegia,Russia,satiraDi Claudio Fois Recentemente, l’opinione pubblica si è trovata di fronte ad un caso che, di certo, ha provocato l’orgasmo a più di un sociologo. Lo stragista Anders Behring Breivik, neonazista, assassino di settantasette persone totalmente incolpevoli, ha vinto una causa contro lo Stato Norvegese per violazione dei suoi diritti umani....