Il 52% dei Britannici ha votato favorevolmente al referendum per uscire dall’Unione Europea. Brexit –da Britain exit- non ha attecchito in Scozia, Irlanda del Nord e Londra, ovvero nei territori più multiculturali della Gran Bretagna, ma anche chi si è espresso contro sarà costretto ad accettare il voto della maggioranza. Il Primo Ministro Inglese, David Cameron, ha annunciato le sue dimissioni, dichiarando al contempo che, pur non condividendo  gli esiti del referendum, rispetterà la volontà popolare. L’insediamento del nuovo leader è previsto entro il 2 Settembre.  Il prossimo passo per la GB sarà far valere, di fronte alla Commissione Europea, l’articolo 50, previsto dal Trattato di Lisbona, per uscire dall’UE.  I maggiori leader dell’Unione, escludono qualsiasi accordo informale con la Gran Bretagna.  Dalla notifica della richiesta di uscita dall’UE, la Gran Bretagna avrà due anni di tempo massimo per completare la procedura prevista.

Quali conseguenze avrà l’uscita dall’UE per i Britannici?

brexitNell’ immediato, Brexit ha già prodotto come risultato la svalutazione della sterlina ai minimi storici. Nel giro di poche ore, dopo il referendum, il pound è sceso a 0,83 nel cambio con l’euro ed è sceso a 1,317 dollari, il minimo da Settembre del 1985. Ciò significa che i Britannici pagheranno più care le importazioni da Paesi esteri ed anche le vacanze, fuori dal loro perimetro territoriale. Per ogni  £100 cambiati (100 sterline), i Britannici ricevono ora l’equivalente di 9 euro in meno e 12 dollari in meno, rispetto a un attimo prima degli esiti referendari per uscire dall’UE.

brexitscrabbleL’intenzione della GB è quella di mantenere gli accordi commerciali con l’Unione Europea, tuttavia, sebbene il processo ufficiale di negoziazione non sia ancora iniziato e non si conoscano le condizioni finali del Leave, è davvero irrealistico pensare che la Gran Bretagna riesca ad abbandonare l’UE senza subire ripercussioni. Non è ipotizzabile che possa mantenere la libera circolazione dei beni escludendo la libera circolazione dei cittadini. Ragionevole aspettarsi, invece, che beni e servizi  subiranno dazi commerciali, altrimenti non avrebbe senso -per gli altri Stati- restare all’interno dell’UE. Non occorre essere Nostradamus, per comprendere che nessuno può catapultarsi fuori dall’Unione senza conseguenze.  Certo, l’UE non è perfetta -come non lo è qualsiasi organizzazione- ma è e soprattutto dev’essere perfettibile, dall’interno.  Non è da escludere l’ipotesi che la Gran Bretagna possa ricorrere ad accordi commerciali con gli Stati Uniti, oppure con la Cina, perché l’autarchia, nella storia, ha sempre fallito.

MAGNETINGLESICosa cambia per i cittadini stranieri residenti in Gran Bretagna, dopo Brexit? 

I cittadini Europei residenti in Gran Bretagna hanno, finora, goduto delle condizioni di libera circolazione, garantite dalla permanenza nell’ Unione Europea. Qualsiasi Italiano può liberamente risiedere in Gran Bretagna, senza dover richiedere uno specifico permesso di studio o di lavoro –al contrario, i permits sono necessari per lavorare o studiare in Usa, Canada o in qualsiasi altro Paese esterno all’UE-. Quando l’uscita della GB dall’Unione diventerà effettiva, gli “extrabritannici” –inclusi gli Italiani che studiano e lavorano in Inghilterra, Scozia e Irlanda- potrebbero non beneficiare più delle condizioni favorevoli che, fino ad oggi, hanno garantito loro dei diritti fondamentali. Non avranno più assistenza sanitaria gratuita in Gran Bretagna, dovranno richiedere specifici permessi -e non è affatto scontato riescano ad ottenerli- per poter vivere, studiare -a prezzi più alti- e lavorare in GB.  Ondate xenofobe contro gli stranieri si sono già manifestate in diverse città Inglesi, subito dopo il referendum, non soltanto nei confronti dei musulmani -giunti in Inghilterra, spesso, attraversando i Paesi dell’Europa Mediterranea- ma in particolare contro la comunità polacca, che risiede stabilmente in Gran Bretagna.

xenofoboingleseAd Hammersmith, area west London, un centro culturale polacco è stato oggetto di graffiti, inneggianti all’odio razziale -così definito, “odio razziale”, dallo stesso Premier Britannico, che ha condannato l’azione, compiuta da ignoti-; inoltre, diverse famiglie polacche, da anni residenti in Inghilterra, hanno ricevuto minacce xenofobe di fronte alle loro abitazioni. Alcune sono state raccolte da bambini: un undicenne, nato e cresciuto in Inghilterra, ha raccontato, in lacrime, come riportato dai media Inglesi,  di aver trovato biglietti con su scritto “Ora fuori, vermi polacchi!” Non si tratta d’ immigrati irregolari, senza documenti, giunti nel Paese eludendo i controlli, ma di famiglie Europee, le quali hanno potuto stabilirsi legalmente in Gran Bretagna, trovare un lavoro, produrre reddito, pagare tasse e imposte, far nascere dei figli e inserirsi nel tessuto sociale Inglese. Famiglie che vedono improvvisamente messa in discussione la loro permanenza in una nazione che, in numerosi casi, considerano ormai la loro casa. Il clima non ricorda certo uno dei periodi migliori della storia.  Difficile immaginare Londra, una città in cui, da Italiani, ci siamo sempre sentiti bene accolti, trasformata in un territorio preda dell’odio verso gli stranieri. Eppure, sembra che il referendum abbia rafforzato le fasce più estremiste della popolazione.   L’Inghilterra, che ha combattuto contro la dittatura nazifascista durante la seconda guerra mondiale, si trova oggi a fronteggiare fenomeni di xenofobia ed è protagonista di un periodo di transizione tra i più delicati e complessi del secolo, destinato a cambiare la mappa geopolitica  del mondo.  (M.I.)

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https://usercontent.one/wp/www.ildiretto.com/wp-content/uploads/2016/06/ue-1024x724.jpghttps://usercontent.one/wp/www.ildiretto.com/wp-content/uploads/2016/06/ue-150x150.jpgRedazioneDirettoPoliticaBrexit,Gran Bretagna,Inghilterra,Irlanda,Londra,Scozia,Unione EuropeaIl 52% dei Britannici ha votato favorevolmente al referendum per uscire dall’Unione Europea. Brexit –da Britain exit- non ha attecchito in Scozia, Irlanda del Nord e Londra, ovvero nei territori più multiculturali della Gran Bretagna, ma anche chi si è espresso contro sarà costretto ad accettare il voto della...